Detestabile, fastidiosa, antiestetica ma decisamente fondamentale per contrastare il contagio: come è accertato da tempo, insieme al distanziamento e alla disinfezione della mani la mascherina costituisce il trittico imprescindibile per la prevenzione nella pandemia. Peccato, direte voi, che nasconda il sorriso.
Vero, ma al bando i compromessi e le scuse: i denti vanno puliti e manutenuti come sempre, senza eccezioni o concessioni alla pigrizia del “tanto non mi vede nessuno”.
Dopo ogni pasto, in ufficio o a casa se lavoriamo in smart working, obbligatorio e tassativo lo spazzolamento; la sera prima di coricarsi altrettanto, con l’aggiunta di filo interdentale, scovolino e colluttorio antiplacca. E il mattino, da capo con la stessa routine salvasorriso.
La mascherina non deve neanche essere un alibi per saltare le visite di controllo e le sedute di igiene dentale, perché la salute non si recupera alla bisogna ma si mantiene nel tempo con attenzione e regolarità, e la placca si accumula nel tempo anche se non la vediamo. Non dimentichiamo che rispetto al consueto utilizzando le mascherine respiriamo una dose maggiore di anidride carbonica (la stessa che emettiamo nell’espirazione e che normalmente si disperde) e che costringiamo il cavo orale per ore in un microclima caldo-umido che può favorire il proliferare di germi e batteri.
Per chi effettua periodicamente i trattamenti sbancanti è utile non rinviare le date che il dentista ritiene ottimali, perché i pigmenti sedimentati saranno più resistenti. Ci sembrerà strano rendere bianchi dei denti che adesso quasi non possiamo sfoggiare, ma è bene richiamare il risultato non distanziando le sedute piuttosto che dover insistere con più passaggi per rimuovere macchie ostinate e ingiallimenti trascurati nel tempo.
Ricordiamoci insomma del nostro sorriso anche ora che è un po’ più nascosto, e quando ci assale la pigrizia ricordiamo tutti che un giorno, speriamo al più presto, le mascherine saranno un lontano ricordo. E ne sorrideremo! 😉